sabato 9 novembre 2013

nine_eleven

Eccomi qua, anche se dopo un periodo di silenzio stampa, a scrivere nonostante il vicino stia trapanando il muro adiacente al mio e la cosa non è che mi sia di molto aiuto per pensare; anzi, per fortuna che non ho fatto nottata, altrimenti sarei decisamente più infastidito..

Sì, perchè nel prossimo post (questo) ogni volta che pensavo a cosa scriverci avevo due idee, che si escludevano a vicenda. Quindi scriverò una delle due, quella che ho in mente ora.

(Ho avuto notizia del risultato del primo esame di algebra e diciamo che non è stato esattamente il modo più simpatico con cui iniziare l'uni dato il risultato... Ne avevo il presentimento comunque, e stranamente ho visto delle reazioni opposte a questa notizia da parte dei genitori)

Volevo parlare di quello che è successo in quel dell'Australia, la notte del 15 febbraio, giorno del mio compleanno.

Non è molto limpido ciò che successe, (ehm, ehm...) ma purtroppo le conseguenze lo sono.



E' infatti successo che delle note di una canzone suonata dalla chitarra di questa tedesca mischiate alla mente annebbiata dal beveraggio, hanno fatto il loro sporco lavoro, e riportato a galla pensieri che erano rimasti sopiti per qualche mese, e che da quel giorno mi turbano l'esistenza; al punto che le ultime settimane Down Under sono diventate una sofferenza per questo.

Pensieri di una persona, di un tempo passato che ancora non ho trovato il modo di superare e che ogni giorno mi ricordano del mio fallimento nell'avanzamento.
Pensieri alimentati dall'ipotesi di un futuro ricongiungimento, e quindi in una protrazione della sofferenza.

Non c'è giorno, e momento in ogni giorno, in cui non venga assalito alle spalle da questi pensieri che mi sconfortano non poco; che mi ricordano cosa non ho, e cosa non sto provando a fare per recuperare.

Piccole, minuscole cose fanno scattare questo; ed anche questo è il problema, forse è soprattutto questo il problema, il fatto che basti così poco, piccoli elementi quotidiani, semplici posti, o frasi, o anche solo semplici parole. Canzoni, note, sigle, 2 lettere sono sufficienti.

Probabilmente, questo ritorno si è rivelato una cosa più grande di quello che pensassi, essendo che si perpetua ancora, nonostante da febbraio siano passati parecchi mesi.

Scriverne probabilmente non aiuterà, ma questo è il motivo che si cela dietro diversi gesti, diversi discorsi che cerco di evitare..




"E a volte, l'unica soluzione per non pensarci rimane alzare il volume, fino a che non fa male, fare sì che vuoti beat elettronici anestetizzino e zittiscano i pensieri, almeno per un poco, almeno per un'ora.....".  - A.Q.





(Ogni volta che inizio a scrivere, non riesco a dire tutto quello che mi passa per la testa riguardo l'argomento; le cose si nascondono, come se non volessero essere dette. Si lasciano rincorrere, (come usavo io per giocare (non posso scrivere le cose senza triggerare, goddamnit) prendere per la coda, come se giocassi con loro, e ciò che mi rimane in mano è la coda, frammenti del pensiero originale.