domenica 21 luglio 2013

Semplicemente, Estate.

Il sole.
La luce che dona alle cose un'aria diversa.
I colori diventano più intensi, tanto da vederne di diversi dal solito.
Il profumo della gialla erba rovente si diffonde nell'aria, rimanendo di fondo, senza diventare fastidioso.
Il frinire esasperato delle cicale che si lamentano dei numerosi gradi Celsius.
Le risate degli amici, radunati sotto un portico, quasi come seguendo un antico rito di ricongiungimento.
La musica nell'auto, che a tutto volume si diffonde tra i monti Berici, mentre me ne sto con il braccio fuori dal finestrino.

Il fuoco acceso nel campo crepita, mentre vengono aggiunti altri rametti secchi.
Le stelle si distendono fino dove l'occhio riesce a vedere, e la città lontana è anch'essa una miriade di luci.
Gli insetti che saltano come forsennati spaventati dal passaggio delle persone, spaventate anch'esse.
L'atmosfera è distesa, le parole scorrono leggere come un piccolo fiumiciattolo a fine primavera.
Ogni tanto, un insetto apparentemente più pericoloso, riporta all'attenzione i pigri umani che se ne accorgono e che con un urlo o uno scatto, si portano velocemente fuori portata.

Passare per la città deserta, vedere l'asfalto tremolare.
Uscire di sera, e non voler rientrare in casa, anche se l'ora è tarda, la temperatura è così semplicemente adatta a stare fuori, anche se non si fa nulla di particolare, anche se il giorno seguente l'ora di risveglio è semplicemente sbagliata per questa stagione.

La camicia bianca sporca del verde dell'erba.
I pantaloncini neri con le macchie di terra.
Le ginocchia rosse.
L'auto che sembra sia stata attraversata da un uragano.
Le scarpe con le erbacce dentro.

La pioggerella leggera che inizia a scendere.

E' una stagione fuori dal tempo, nella quale non si riesce con facilità a pensare al dopo, a fare progetti seri e lontani nel tempo, dove le idee sono fantasiose ed esagerate, e a volte vengono pure realizzate, tra una risata generale e un paio di drink di troppo.

giovedì 18 luglio 2013

Itaglians

Oggi mi è stato scherzosamente fatto notare che dopo una settimana così intensa di lavoro, le "palline spaziali" avrebbero aumentato le loro dimensioni in maniera stellare.. Ed è parzialmente vero!

Ma andiamo con ordine.

Al momento sto facendo un lavoretto temporaneo presso una persona a me vicina che mi vede girovagare per tutto il Veneto per diverse centinaia di kilometri ogni giorno.
Questo girare e vedere molte persone, perlopiù al volante o comunque in viaggio mi fa sorgere ogni giorno diverse "peculiarità" tipiche dell'italiano medio:

- prima tra tutte, una generale sfrontatezza e maleducazione al volante: ad esempio, nelle corsie di immissione, spesso e volentieri spuntano questi "proiettili" che si imbucano ovunque, etc.

- il mancato utilizzo di un semplice, diffusissimo, elemento con la quale ogni auto è equipaggiata:


Questo è ancor più fastidioso e pericoloso quando succede in autostrada, dove sorpassi e cambi di corsia vengono fatti secondo la regola  "ma io non la metto mai".

- in autostrada non ne parliamo: a causa di una mancato senso del pericolo e dell'ordine, spesso mi capita di vedere colonne in terza corsia con le altre 2 sgombre; e in questi casi sopraggiunge l'idiota che supera a destra facendo zig zag di 3 corsie alla volta.

Come se non bastasse avere a che fare con questi elementi per il mio lasso di tempo lavorativo che si snoda da un'ora di punta ad un'altra, alla sera tornando a casa sono costretto ad affrontare un'altra grande piaga sociale - stradale. Loro:


I tristemente famosi ciclisti primaverili - estivi, che, presi dalla foga del bel tempo, decidono di pullulare in sciami venefici le strade per Villabalzana, diffondendosi nei modi più molesti che riescono, a mo' di un cancro.

Si possono vedere sovente in mezzo alla carreggiata, disposti in modo da occupare tutto lo spazio disponibile, convinti di star facendo il Giro d'Italia, pedalando sbilanciandosi da una parte e dall'altra, nonostante siano ben equipaggiati di cambio Shimano a millemila rapporti.
Altra formazione d'attacco molto comune è quella a coppie, o triplette, che mi ricorda particolarmente bene questi animali:


Per chi non lo sapesse, questo tipo di uccelli è detto "inseparabili".
Questo nome se lo sono guadagnati semplicemente vivendo: infatti, sono sempre a coppie, e qualora vengano separati l'uno dall'altro, non riescono a sopportare la cosa e decidono di farla finita.

Allo stesso modo dei teneri pappagallini, questi umani in possesso di 2 ruote e mezzo cervello (il 90% di essi almeno) se incrociati lungo la strada si rifiutano di separarsi l'uno dall'altro, al costo di ostacolare il passaggio di qualunque cosa sia nelle loro vicinanze; animali, automobilisti furenti/ in ritardo a causa loro/ con le balle girate a prescindere.

La cosa migliore è trovarli dietro una curva in salita, come se la strada fosse in ottime condizioni e garantisse una visibilità eccelsa.

Questa piaga inoltre manifesta sintomi da eroismo; infatti, se rimproverati con un colpetto di clacson per far presente la presenza di altri oltre a loro per la loro formazione o posizione lungo la strada (che sottolineo non appartiene a loro),  sono capacissimi di scatenarsi in improperie e gesti non facilmente equivocabili nei confronti dello sfortunato che li incontra.

Quasi più fastidioso ancora è incontrarli lungo la parte dedicata allo scorrimento delle auto con la pista ciclabile a mezzo metro di distanza. In questi casi siamo davanti ad individui che meriterebbero una sanzione pecuniaria di diversi zeri solo per l'arroganza e la deliberata ignoranza.

Questa serie di comportamenti si sta dimostrando piuttosto fastidiosa, e se continuerà così, un giorno farò una Strafexpedition, una spedizione punitiva, in puro stile guerilla, con un auto e qualcuno a bordo equipaggiato con pistoletta a pallini, in attesa di incontrare il ciclista più maleducati di altri per fargli notare la propria sfrontatezza.

martedì 16 luglio 2013

Ovviamente, poco dopo aver parlato della mie giornate improduttive, sono stato reclutato per aiutare a fare lavoretti qui e lì', che mi prendono alle volte anche quasi 12 ore al giorno.

Pew, sono stanco, e non vedo l'ora di andare a fare le vacanze da un caro amico in città.

Probabilmente, durante quei giorni girerò anche il vlog post Australia, visto che in questi giorni venendo in contatto con molte persone e vedendone molte, le comparazioni tra un paese e l'altro mi sorgono spesso.

martedì 9 luglio 2013

Days

Ennesima giornata inproduttiva, andare a letto dopo aver passato la maggior parte del giorno solo a svagarmi  purtroppo è la cosa che più di frequente accade in questi giorni; tanti pensieri per la testa, poche soluzioni e molti azzardi; la libertà di scegliere è dolore, sapendo che ad una scelta corrisponde una perdita di un qualcos'altro.

Immagino che sia "colpa" della vita che è fatta così.

Suggerimenti di improvement su me stesso che posso fare finchè in questa fase di malleabilità?

mercoledì 3 luglio 2013

Post Australia PT.1

1 luglio 2013

E così, rieccoci tornati alla vita "normale", dove ogni cosa è la stessa (o quasi), dove il crescere in questo piccolo
villaggio di provincia credo abbia segato la mia voglia di vivere con la sua monotonia e mancanza di stimoli, e con me, che
ancora una volta, mi trovo in difficoltà e senza vedere le possibilità di un cambiamento effettivo.

Il sentore di già visto, il "calore" dei posti e degli ambienti conosciuti, senz'ombra dubbio è una cosa che mi
si è conficcata nel cervello, e trovare un modo di liberarsene è quanto mai difficoltoso.
Questo periodo di stasi, nel quale ho la temporanea libertà di poter scegliere in che direzione dirigermi,
ma allo stesso tempo avendo presente delle scelte più indicate di altre, è qualcosa che si è già ripetuto,
nonostante sia abbastanza sicuro che sia la prima volta che mi accade a 21 anni, in questi modi, in queste circostanze.

La mia vita è stata un costante altalenarsi di sensazione di "già visto" e di rare eccezioni. Sempre, anche in Australia è capitato
spesso. Mi sembra quasi di non esserci stato, ma nelle piccole cose, come farmi da mangiare o piegarmi dei vestiti,
il mio corpo ricorda di quando ero la' e facevo le medesime cose.

Svegliarsi in queste mattine d'estate, vedere il sole e il verde e il canticchiare degli uccelletti, è una visione che fin
troppo spesso ho avuto, e ormai non mi si confà più.
Il modo di evitarla è però a me sconosciuto, e andare via con quanto io sono ora sarebbe piuttosto difficile e forse anche deleterio per
quel famoso "individuo che potrei diventare".

Piccole cose sono cambiate in 6 mesi, ma ancora l'apatia che (mi) permea in questo posto è sempre presente, e
credo che finchè vi starò la situazione non cambierà.

Sarà che provo queste sensazioni perchè sono stato in una metropoli di 4 milioni  di persone fino a poco fa, ma credo sia
più una caratteristica (o maledizione) intrinseca di questo luogo.