giovedì 3 luglio 2014

1641

D'estate faccio una fatica allucinante a studiare.
Ma ciò che impedisce questo non è affatto il sole fuori, il caldo, od altri fattori tipici di questa stagione, bensì una lontana reminiscenza, di quando ero al primo anno di lingue e del mio crollo che, una volta raggiunto questo stesso identico periodo, mi ha portato ad abbandonare gli studi e a lavorare per 6 mesi.

Gli anni sono passati, ma il problema si sta ripresentando, ed ancora una volta io non ho la soluzione.

Tanto per cambiare.

Sono ancora fuori casa; vivo con ritmi raccapriccianti, la giornata è scandita dalla partenza e dal ritorno dell'amico che mi ospita e la perenne sensazione di sonno/noia/vago sentore di dover studiare/gioco è sempre presente.

Alle volte i ricordi dell'estate scorsa con tutti i suoi avvenimenti fanno capolino alle balaustre di queste giornate, quasi pensassero mi fossi dimenticato di loro.

Come potrei mai.

Le ore passano, da dopo mezzogiorno vanno ad inoltrarsi nel buio della notte, illuminato dalle luci cittadine e dall'aria fresca. Un paesaggio leggermente diverso da quella a cui sono abituato.

Chissà cosa si cela oltre, nell'ipotetico domani, nel lontano un giorno.
Chissà anche cosa ci sarebbe stato se le cose fossero andate diversamente.

Quali saranno poi i metodi per uscire da queste situazioni..

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