mercoledì 2 gennaio 2013

Il viaggio

Ancora non realizzo; a circa 7 ore dalla partenza non sono ancora del tutto cosciente di dove sto per andare.
Sarà che il detatchment causato dal tour de force di questi 2 giorni persiste ancora.. Ore 17:11, uscita dell'autostrada. Ho pensato molto durante questo tragitto, e sono lievemente preoccupato. Devo riuscire a dominare me stesso e a credere nel motivo che mi ha spinto a fare questo gesto. Nonostante qui non abbia nulla il corpo per inerzia continua a cercare di tenermi qui. Il fatto è che devo esser forte da solo; dopotutto me la sono cercata! Ore 20:41: fatti i saluti, sono nel mio posto sull'aereo (31K). Ancora non ho completamente realizzato. Ma ormai è troppo tardi. We will see. Ore 20 e 54: sembra di essere in un sogno, non ho ancora riacquisito il senso di realtà. Ore 14e 10, ora italiana: quasi a meta della seconda parte di percorso, il malessere delle acciughe è quasi passato, grazie a Sara che mi ha dato una pastiglia visto che le mie sono imbarcate.. Il senso sovrastante di panico e paura é abbastanza scemato; per fortuna, credevo sarei tornato indietro appena atterrato! A Sydney è notte, dovrei cercare di dormire ma mi riescono solo pisolino isolati.. Almeno hanno smesso di sparare aria fredda a cazzo. Ora dello spuntino a quanto pare: sandwich César.. Abbastanza schifo ma meglio mettere qualcosa nello stomaco. E siamo solo a metà. Per fortuna che ci sono Sara e Simone, senza di loro la mia crisi sarebbe stata molto peggio. Nella fila dietro di me c'è una madre con 2 bambini piccoli che sarebbero persino potuti essere peggio delle acciughe avariate. Ma scommetto sono australiani, ho letto che sono particolarmente buoni e obbedienti. Per fortuna altrimenti avrei fatto come Bill Hicks nel suo sketch ;) Ore 15 e 20, ora italiana: sono giunto alla conclusione che questo viaggio ti metta faccia a faccia con i tuoi demoni più profondi, faccia tremare le certezze, ponga davanti a te le scelte decise. Bisogna riuscire ad essere forti per passare questo momento cruciale. Spero di esserlo. H ita 16.30: pisolini, muscoli doloranti, altri 2817km, altre 3h di volo. Onnipresente senso di detachment. Vorrei sapere se fuori è buio visto che siamo appena dopo Perth e il fuso attuale indica che sono le 21 e 32. H ITA 19 e 10. Penso al momento del ritorno. Ma se devi ancora arrivare direte.. Boh. 19 e 30. Decido di ascoltarli il cd dei Pain of Salvation, nella speranza che sentirli mi dia speranza e tranquillizzò un poco. 2 ore circa all'arrivo... Un finestrino aperto. È buio. Cibo. Mi sa che passo e mangio quando arrivo. 20.10 ita. Ogni volta che comincio a pensarci mi viene male; dubito di resistere un anno. Devo altresì ricordarmi che quando tornerò saranno cazzi, dovrò arrivare con delle idee un po' più chiare. Lavoro o studio o che ne so. Spero di superare in fretta lo scoglio iniziale; mi sembra esattamente come quando andai in Portogallo in scambio in seconda media. Ma li era diverso, ora ci sono solo io, la mia persona, i miei attacchi, il mio decidere quando prendere il biglietto di ritorno. Non voglio deludere nessuno tantomeno me stesso tornando senza nemmeno averci almeno provato. Homesickness, already. Forse sono partito senza sapere a cosa veramente andavo incontro. my

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